In Undis per Unda Pro Vita Nave ANTEO A-5309

Testo di Carlo Tripodi

Foto Carlo Tripodi e Marina Militare

Un convegno organizzato dall’Università Parthenope di Napoli, con la collaborazione della Marina Militare Italiana, che aveva come tema l’impegno delle istituzioni per la conoscenza e tutela del Mare, mi ha dato l’opportunità di visitare Nave ANTEO, ormeggiata al molo caligoliano di Pozzuoli che ha operato  nel golfo di Pozzuoli per una serie di attività addestrative accogliendo anche diverse iniziative  dei comuni di Procida, Monte di Procida,  Pozzuoli, del Quartiere Generale della Marina di Napoli, del Servizio Difesa Anti-Mezzi Insidiosi (afferente al COMSUBIN), il Deposito Munizioni di Montagna Spaccata e la Capitaneria di Porto di Napoli -Guardia Costiera.

L’ANTEO mi ha accolto, accanto alla passerella, con il suo motto ed il suo crest che rappresenta il personaggio mitologico, figlio di Nettuno e Gea, con metà corpo di pesce e l’altra metà di centauro, che ci ricorda la sua capacità di operare in mare e sulla terra, mentre soffia in un tritone, quasi ad avvertire della sua presenza.

L’ ANTEO è la terza nave a portare questo nome. La prima era un’Unità di Recupero Sommergibili. Costruito in Olanda nel 1914, durante la Seconda Guerra Mondiale fu catturato ed affondato dopo l’8 settembre del 1943. Successivamente venne recuperato e riadattato per il recupero di scafi affondati nel Mar Tirreno. Trasferito dalla La Spezia a Taranto, nel 1954, venne definitivamente dismesso.

La seconda nave, classificata come “nave appoggio” venne costruita negli Stati Uniti per la USNAVY. Battezzata “Alameda Country”, fu ceduta nel 1962 alla Marina Militare Italiana con codice A5306,  che la radiò nel 1973.

La terza unità è stata costruita nel 1978 nei cantieri Breda , entrando in servizio il 31 luglio 1980.

Lo Stato Maggiore della Marina gli ha assegnato compiti istituzionali di salvataggio di equipaggi di sommergibili sinistrati (comprese le unità sommergibili operanti in ambito NATO),le operazioni subacquee di concorso alle operazioni  antincendio in alto mare, il soccorso di equipaggi in pericolo e il rimorchio di altura. Per tutte queste operazioni la nave è equipaggiata con sistemi di immersione che possono raggiungere il 250 /300 metri di profondità. In particolare:

  • Campana McCann (il nome dell’inventore) per il recupero di equipaggi di sommergibili fino a 120 metri di profondità. Questa campana, pilotata da due operatori, viene immersa mediante un cavo di alaggio preinstallato,. Il compartimento inferiore, denominato “cavità”, è normalmente allagato: arrivato sul portellone viene svuotato con aria e con effetto ventosa si viene posizionata sul portellone di emergenza del sommergibile permettendone l’apertura e il recupero dell’equipaggio.

  • SRV-300 è un mini sommergibile che opera fino a -300 metri di profondità. Dotato di un compartimento rimovibile, approda sul portellone di emergenza anche con un assetto di 30° che possono diventare 45°movimentando le batterie (montate su slitte).Questo mini sommergibile ha un compartimento  per il pilota, ed un comparti mento di soccorso con una capacità di 12 persone. Opportune casse piene d’acqua possono essere svuotate per ottimizzarne l’assetto. Vi sono telecamere, utensili per riparazioni e tenaglie per recuperare oggetti di piccole e grandi dimensioni ed adopera un sonar per la localizzazione del sito operativo.

  • 4 ROV -Remotely Operation Vehicle) con il nome di Pegaso, Perseo, Sirio che vengono utilizzati per riprese fotografiche e video fino alla profondità di 2000 metri .

Lascio per ultimo il sistema di immersione che più mi ha affascinato  :lo Scafandro Rigido Articolato, a pressione atmosferica: qualcosa che molto si avvicina alle tute degli astronauti che lavorano nello spazio esterno alla Stazione Spaziale Internazionale. Può immergersi fino a -300 metri consentendo al palombaro di operare alla pressione di 1 atmosfera. Alcuni “thrusters” permettono spostamenti in orizzontale ed in laterale. Le articolazioni di gambe e braccia sono realizzate con sofisticati giunti che assicurano una elevata fluidità di movimenti. L’autonomia di questo scafandro, che è vincolato alla nave, è di 8 ore che in casi di emergenza possono essere portate a 32. Un’apparecchiatura denominata LARS ( Launch And Recovery System) consente di aumentare il raggio di azione dell’operatore e di monitorare costantemente le attività tramite apposite  video-sonar.

Al centro della nave è posizionato il Sistema Integrato per Immersioni Profonde che è composto da camere di decompressione :1 camera di collegamento,1 camera di decompressione subacquea, 1 modulo di controllo del microclima interno e che gestisce anche le comunicazioni con la superficie, per ultimo c’è un modulo di stoccaggio gas.

ANTEO non è una nave ad alta tecnologia e non possiede sistemi GPS che permettono un preciso “punto nave”. La posizione operativa viene raggiunta con una complessa operazione di “marineria”, denominata “a margherita”. che può durare anche 8 ore, durante la quale vengono posizionate 4 boe, 2 a poppa e 2 a prua. Questa operazione ci è stata meticolosamente descritta dal T.V. Angelo Pistone, palombaro, che con orgoglio porta sul suo basco il fregio della sua specialità che ha oltre165 anni di anzianità, una delle più antiche della Marina.

L’immagine iconica del palombaro con il casco di bronzo rimarrà nella nostra memoria: oggi viene usato un caschetto in vetroresina che dispone anche di una piccola bombola d’aria per emergenze.

Con oltre 165 anni di storia, la categoria Palombari è una delle più antiche della Marina, afferente al Gruppo Operativo Subacquei (GOS),alle dipendenze del  COMSUBIN.

Voglio ricordare solo alcune delle missioni assegnate al GOS:

  • Bonifica degli ordigni esplosivi di qualsiasi natura.
  • Attività di ricerca scientifica in Antartide.
  • Ricerca e tutela di beni archeologici subacquei.
  • Complesse attività subacquee di Protezione Civile: ultimi interventi, più noti, sono quelli relativi al naufragio della Costa Concordia e al crollo della Torre di Controllo di Genova.

Tali peculiarietà rendono la componente subacquea un vero e proprio strumento “dual use”al servizio della collettività.

Comandante di ANTEO è il Capitano di Fregata Mirco Di Nicola

Entrare in Marina? Perché no! Significa mettersi alla prova, allargare i propri orizzonti, accettare una sfida e far parte di una famiglia con cui condividere parte della propria vita e valori profondi ed inossidabili

Un ringraziamento particolare è dovuto al T.V. Angelo Pistone che ha saputo soddisfare la mia curiosità e al T.V. Giuseppina Maria Greco e al S.T.N. Stefano Pedone che mi hanno procurato il materiale illustrativo.

 

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