In volo con il P 8 Poseidon alla DYMA19

Testo e foto di Alessandro Palantrani

Una splendida e soleggiata giornata invernale Siciliana, con uno sfondo maestoso ed imponente come quello del vulcano Etna, abbondantemente innevato, ha fatto da cornice ad una delle più belle esperienze in volo, finora effettuate.
L’ingresso nella base di Sigonella sede del 41° Stormo dell’Aeronautica Militare Italiana, che ospita la Naval Air Station della US Navy, è previsto per le ore 09.00 locali.


Terminate le procedure di identificazione c’è stato l’incontro con i P.I. della Nato e del 41° Stormo che facendo gli onori di casa, mi hanno invitato al circolo ufficiali AM per un buon caffè, rigorosamente “espresso italiano”, per intenderci poiché, non me ne vogliano gli amici d’oltre oceano, reputo quello americano,…beh, lasciamo stare.


Di seguito raggiungiamo la sede di comando del distaccamento VP‐26 “Trident”, dislocato a Sigonella, e facente parte dell’ U.S. Navy Aircraft Squadron di base presso la NAS di Jacksonville, in Florida. Dopo aver ricevuto il benvenuto dal Comandante, raggiungiamo il piazzale nel quale sono parcheggiati i P‐8 “Poseidon”, sei in tutto quelli dislocati nella NAS di Sigonella, per effettuare delle foto all’esterno.


Il Boeing P‐8 “Poseidon” è una versione militarizzata del Boeing 737‐800 ERX, un 737‐800 con ali 737‐900, progettato per la guerra antisom a lungo raggio,guerra anti‐superficie, intelligence, sorveglianza e missioni di ricognizione, capace di operazioni marittime su vasta area.


La fusoliera è simile, ma più lunga e rinforzata, rispetto all’aereo da trasporto C‐40 Clipper (737‐700) in servizio con la US Navy, per poter effettuare operazioni a bassa quota, e differisce dal Clipper anche per le estremità alari simili a quelle montate sul Boeing 767‐400ER al posto delle alette miste disponibili nelle varianti 737NG.


E’ in grado di trasportare un numero importante di boe sonore, circa il 30% in più degli altri aeromobili antisom, oltre che all’occorrenza, in grado di sganciare missili anti‐nave Harpoon, dagli appositi attacchi sub alari, e siluri Torpedo Mark 54.
Per le missioni per cui è stato progettato, l’autonomia è notevole, considerando che può operare fin oltre alle 4500 miglia dalla base, senza rifornimento in volo.


Efficace anche nelle missioni umanitarie e di ricerca e soccorso, il P‐8 combina prestazioni e affidabilità superiori con un sistema di missione avanzato, che garantisce la massima interoperabilità nel futuro spazio operativo.
L’equipaggio, formato da nove elementi (tre piloti, cinque operatori alle consolle, un operatore ai tubi di lancio delle boe sonore) è già a bordo pronto ad accogliermi, breve briefing sulla sicurezza e sulle eventuali procedure di emergenza da seguire in caso di atterraggio forzato o ammaraggio e sulla durata della missione stimata in 5/6 ore, e dopo venti minuti, siamo pronti al rullaggio.


Il decollo avviene alle ore 13.10 locali, e dopo pochi minuti raggiunti i 6000 piedi, ci dirigiamo, mantenendo quota, nell’aerea operativa della missione, approssimativamente, a 50 miglia dalla costa orientale della Sicilia, fino all’area centrale del mar Ionio meridionale.


Alle 13.45, dopo una ripida discesa che ci porta a quota 1500 piedi, e rallentato fino ai 230/240 nodi, inizia
la “caccia”.
D’ora in poi, per qualche ora, sarà una continua ed incessante sequenza di virate, diciamo pure fuori parametro, per chi è abituato a volare a bordo di un Boeing 737 passeggeri. Gli operatori alle consolle, forniscono continuamente ai piloti, per mezzo del loro complesso sistema
informatico, le indicazioni da seguire per raggiungere i “target”, sia in superficie che in immersione, e all’operatore delle boe sonore, che inizia a sganciarle in mare.


Alle 15.00, un segnale sonoro avverte l’equipaggio che sta per iniziare il primo turno di “caccia a bassa
quota”, ossia a 500 piedi! Da quel momento, per ovvi motivi di sicurezza, l’equipaggio è obbligato ad indossare i giubbottini salvagente, e prontamente me ne viene fornito uno.
Pur avendo avuto esperienze di volo a bassa quota sul mare, con altro pattugliatore, quale l’Atlantic, alcune delle quali a quote parecchio inferiori, all’inizio, ha un effetto inquietante stare a bordo di un “737” e volare a 500 piedi, effettuando virate repentine anche se in piena sicurezza.


Così, fino alla fine della missione, ossia alle ore 18.00, avverrà l’alternanza delle fasi di caccia, nell’area operativa, mai un attimo di pausa.
Il comandante mi comunica che stiamo effettuando l’avvicinamento a Sigonella, e che l’atterraggio avverrà in circa venti minuti, invitandomi ad accomodarmi in cabina fino all’atterraggio (sempre una gioia). Dalla mia postazione privilegiata, il vedere l’avvicinarsi della costa orientale della Sicilia, con l’Etna nella sua potente presenza, a tramonto inoltrato, ha un fascino indescrivibile.


In cuffia posso ascoltare le comunicazioni con i controllori del traffico aereo, che ci autorizzano ad un “visual”. Alle 18.20 poggiamo le ruote sulla pista di Sigonella, la missione è compiuta!
A bordo, infine, il debriefing, dove il Comandante di missione, fatta una analisi sulle varie fasi operative, si congratulerà con l’equipaggio per l’ottima prestazione, e, quale segno di apprezzamento della mia presenza a bordo, gradito dono del cappellino “Trident VP‐26” e la patch “operativa” CAC 10 (Combat Air Crew).

 

SEA AIR LAND would like to thank for the effective collaboration, courtesy and hospitality shown: the Nato Maritime Command Northwood, the US Navy, the Aeronautica Militare, ,the Marina Militare the Col. Pil. G.Chiriatti (Com.te. 41 ° Stormo and Sigonella AB) the Cc. O. Yuksel (PAO Middle NATO Maritime Command) Lt F. Middlebrooks (CNE-CNA / C6F Public Affairs), Lgt C. Savoca (PI 41st Stormo), the Commander US Navy of VP-26 “Trident” NAS Sigonella detachment , the Officers, and all the staff.

About Alessandro Palantrani

Vive e lavora a Palermo. La passione per la fotografia gli è stata trasferita dal padre Usa fotocamere e obiettivi Canon. Attualmente, oltre alla sua professione di contabile, lavora come fotoreporter freelance, iscritto a un'organizzazione professionale (I.F.P.O).Collabora come freelance, con varie riviste specializzate e riviste Web. Ha volato, come fotoreporter, a bordo di aerei militari (ha più di 100 ore di volo effettuate) in particolare con Aeronautica Militare Italiana, Esercito Italiano, Guardia Costiera, Polizia, Guardia di Finanza, Royal Air Force, Royal Canadian Air Force, Schweizer Luftwaffe. Ha volato sui seguenti velivoli: AB 206; AB 212; AB 412; NH 500; HH-3F; SA 330 Puma; S-76; AS-532UL Cougar; A-109; A-109 Nexus; AW-139; HH-139; CH-47; KC-130 (RCAF); C-130H; C-130J; BR 1150 Atlantic; L-1011 Tristar (RAF); CC 150 Polaris Tanker (RCAF); E-3A Sentry, SIAI S 208M;(NATO),Boeing P8 Poseidon He lives and works in Palermo. His father has transferred his passion for photography. Use Canon cameras and lenses. Currently, in addition to his profession as an accounting clerk, he works as a freelance photojournalist, enrolled in a professional organization (I.F.P.O), and works as a freelance, with various specialized magazines and Web magazines. He flew, as a photojournalist, aboard military aircraft, more than 100 hours of flight, with Aeronautica Militare Italiana, Esercito Italiano, Guardia Costiera, Polizia, Guardia di Finanza, Royal Air Force, Royal Canadian Air Force, Schweizer Luftwaffe. He flew on the following aircraft:AB 206; AB 212; AB 412; NH 500; HH-3F; SA 330 Puma; S-76; AS-532UL Cougar; A-109; A-109 Nexus; AW-139; HH-139; CH-47; KC-130 (RCAF); C-130H; C-130J; BR 1150 Atlantic; L-1011 Tristar (RAF); CC 150 Polaris Tanker (RCAF); E-3A Sentry (NATO), SIAI S208M, Boeing P8 Poseidon

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