TWIST – Tidal Wave In Southern Tyrrhenian sea

Testo e foto di Giuliano Ranieri

La Marina Militare e la Protezione Civile contro il rischio maremoti

L’Italia, per sue peculiari caratteristiche geografiche, presenta una serie di criticità naturali sotto il profilo sismico, vulcanico, idrogeologico e alluvionale potenzialmente molto distruttive per il tessuto infrastrutturale e sociale. Tali scenari, oltre a rappresentare una concreta minaccia per la sicurezza della popolazione civile, costituiscono un impegnativo banco di prova per le capacità di “risk management” e coordinamento proprie delle istituzioni preposte alla gestione delle grandi emergenze. Tra gli eventi calamitosi potenzialmente più distruttivi vi è sicuramente il maremoto (anche noto come tsunami), uno spostamento anomalo di una grande massa d’acqua generato da un evento sismico, vulcanico o franoso. Solo negli ultimi dieci anni nel mondo si sono verificato almeno cinque casi di Tsunami particolarmente gravi di cui due con effetti estremamente disastrosi quali il maremoto dell’Oceano Indiano del 26 dicembre 2004, che causò tra le 230.000 e le 280.000 vittime, e il maremoto di Sendai e del Tōhoku dell’11 marzo 2011 che provocò la morte di 15.000 persone oltre a rilevantissimi danni alle istallazioni energetiche, industriali e abitative delle prefetture interessate. Conseguentemente a eventi di questo tipo, oltre all’emergenza sanitaria e sociale comune a tutte le grandi emergenze, il danno infrastrutturale rappresenta un fattore determinante per la successiva gestione della crisi.

La possibile interruzione delle vie di comunicazione terrestri e il danneggiamento delle strutture aeroportuali vicine alla costa, utili per far convergere mezzi di soccorso\supporto, unitamente alla difficoltà di comunicazione conseguente al probabile stato di precaria operatività della rete telefonica (sia fissa che mobile) richiedono personale addestrato e altamente flessibile per gestire tale tipologia di emergenze. In tale scenario particolarmente efficace risulta l’apporto che è in grado di offrire la componente marittima delle Forze Armate, capace di mettere in campo sia unità navali che importanti capacità di proiezione terrestre. Alla luce di tale drammatica eventualità nasce Il Progetto TWIST – Tidal Wave In Southern Tyrrhenian sea, una serie di attività esercitative  organizzate dal Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con la Regione Campania, la Prefettura e Provincia di Salerno e il coinvolgimento del capoluogo e degli altri comuni costieri salernitani. Partito a gennaio 2012, il Progetto TWIST ha una durata di 24 mesi, e un costo complessivo di quasi 1,15 milioni di euro; di questi, 977mila (pari a circa l’85%) sono stanziati dalla Commissione Europea nell’ambito dello strumento finanziario per il Meccanismo europeo di Protezione Civile, mentre il restante 15% è a carico del Dipartimento della Protezione Civile.

L’esercitazione ha l’obiettivo di: verificare la risposta operativa del sistema italiano di protezione civile, sia centrale che periferico, testare le procedure del Meccanismo europeo di protezione civile, verificare le procedure per l’accoglienza e l’impiego delle squadre e degli esperti europee, valutare l’interoperabilità e l’integrazione dei moduli di protezione civile europei, testare l’efficacia della comunicazione tra i diversi livelli decisionali e operativi, promuovere lo sviluppo di strategie di mitigazione del rischio maremoto nelle amministrazioni locali, favorire la diffusione della conoscenza del rischio maremoto e, più in generale, della cultura di protezione civile nella popolazione. Lo scenario di riferimento ipotizzato è stato un maremoto generato dal distacco di una massa franosa di circa 200 milioni di m³ da una parete del monte Palinuro (un vulcano sottomarino posto ad una distanza di circa 35 miglia dalle coste del Cilento, ad una profondità di 70 metri), successivamente ad uno studio di tipo geologico e fluidodinamico sono state ipotizzate le caratteristiche del moto ondoso anomalo e i possibili effetti sulla terraferma e, in seguito a tali valutazioni sono stati concepiti alcuni scenari critici diversificati per tipologia e modalità di intervento, articolati nell’arco di tre giorni a partire da giovedì 24 ottobre fino a domenica 27. Il modello di risposta da testare prevedeva:

– Interventi sanitari e di soccorso tecnico urgente nei luoghi interessati dall’evento

– Risposta del sistema locale e regionale di protezione civile con attivazione dei Centri di coordinamento sul territorio: Sale operative regionali, CCS-Centri di coordinamento soccorsi, COM-Centri operativi misti e COC-Centri operativi comunali; prima verifica dei danni e valutazione delle ulteriori risorse umane e materiali necessarie a fronteggiare l’emergenza

– Attivazione da parte del Dipartimento della Protezione civile delle diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale e convocazione del Comitato operativo di protezione civile, che riunisce i vertici di tutte le amministrazioni e le strutture coinvolte nella gestione dell’emergenza

– Attivazione da parte del Comitato operativo delle componenti e delle strutture operative nazionali e richiesta al Centro di monitoraggio e informazione dell’Unione Europea dell’intervento di squadre ed esperti degli Stati Membri

– Dichiarazione dello stato di emergenza nazionale da parte del Consiglio dei Ministri e affidamento del coordinamento degli interventi al Capo del Dipartimento della Protezione Civile

– Attivazione nel territorio interessato dall’evento della DICOMAC-Direzione di comando e controllo; attraverso la DICOMAC, il Dipartimento della Protezione Civile coordina le risorse italiane ed europee, assicurando l’accoglienza, lo smistamento e l’impiego delle squadre e degli esperti.

Tra gli eventi simulati figurano: attività di ricerca e soccorso in mare, sulla terraferma e su unità navali sinistrate, allestimento di posti medici avanzati e centri di coordinamento sul territorio, attività di soccorso speciale operate da personale S.A.F. (Speleo-Alpino-Fluviale) del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, interventi in ambiente CBRN, identificazione delle vittime e supporto psicologico, tutela del patrimonio culturale coinvolto nella calamità oltre che a workshop e briefing. Le istituzioni coinvolte nelle operazioni sono: il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la Marina Militare, le Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, la Croce Rossa Italiana, il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico, la Federazione Italiana Nuoto, la Federazione Italiana Attività Subacquee e la Società Nazionale di Salvamento. Unitamente alle istituzioni nazionali hanno preso parte anche le strutture di protezione civile di Croazia, Francia, Grecia, Malta, Portogallo e Spagna con squadre specializzate e un team di esperti del Meccanismo europeo di protezione civile. In qualità di osservatori sono intervenuti inoltre delegati delle Regioni italiane, di altri Paesi dell’Unione Europea aderenti al Meccanismo europeo di protezione civile e di Organizzazioni nazionali e internazionali.

Il ruolo della Marina Militare nell’esercitazione TWIST

La Marina Militare ha una vasta e consolidata esperienza nel settore delle operazioni di protezione civile e di risposta ad eventi calamitosi sia sul territorio nazionale che all’estero. Nel 1999 Nave San Giorgio fu impiegata a fornire supporto alla popolazione turca all’indomani del terribile sisma che colpì una vasta area della penisola anatolica mentre nel 2003 Nave San Giusto partì alla volta dell’isola di Stromboli in occasione di un riacutizzarsi dell’attività eruttiva da parte dell’omonimo vulcano. Una delle attività più importanti in tal senso fu di certo l’intervento della portaerei Cavour nel 2010 successivamente al drammatico terremoto che sconvolse Haiti provocando danni ingentissimi e oltre 200.000 vittime. Nell’esercitazione TWIST la Marina è stata attivamente impegnata su più fronti mettendo in campo il meglio delle sue capacità di ricerca e soccorso, comando e controllo, proiezione terrestre e assetti ad ala rotante. In risposta allo scenario prefigurato nell’evento esercitativo la Marina ha dispiegato Nave Cavour, unità dalle spiccate capacità C4ISTAR e supporto sanitario. Nella fattispecie sulla portaerei è stato attivato un Presidio Operativo Avanzato (POA) con funzioni di coordinamento del flusso informativo con le altre istituzioni operanti nell’esercitazione. Con i suoi 1000m² di centrali operative la nave è in grado di accogliere uno staff interforze di decine di elementi e assicurare un ottimale “information sharing” attraverso canali di comunicazione tradizionali e non. Inoltre la vasta aerea ospedaliera dotata di due ambulatori, una sala rianimazione, due sale operatorie, otto posti letto per terapia intensiva, una sala radiologica-TAC, una sala trattamento ustionati, una laboratorio di analisi, un laboratorio odontoiatrico e tre sale di degenza con un totale di trentadue posti letto è in grado di fornire supporto sanitario addizionale necessario in caso di gravi eventi calamitosi come quello oggetto della TWIST. Gli apparati di telemedicina offrono inoltre la possibilità di ricevere consulenze specialistiche da personale non presente fisicamente a bordo ma operante da strutture ospedaliere remote. La componente aerea imbarcata era costituita da un elicottero AB-212 e tre EH-101 impiegati sia nella ricerca e soccorso sia come MEDEVAC.

Grazie ai sensori optronici imbarcati i mezzi dell’Aviazione Navale sono stati utilizzati per fornirne immagini in tempo reale della zona sinistrata al fine di gestire efficacemente le operazioni sul terreno e monitorare con rapidità aree che potrebbero risultare inaccessibili in seguito ad un evento maremotico di tale intensità. Parte della nave è stata inoltre utilizzata come poligono addestrativo per le squadre internazionali specializzate in soccorsi con l’ausilio di tecniche speciali. Oltre a Nave Cavour la Marina Militare ha messo in campo reparti specialistici quali il Gruppo Operativo Subacquei del COMSUBIN che è intervenuto con 20 palombari e quasi cento Marò della Brigata Marina “San Marco”. Gli uomini del GOS, specializzati in ricerca e soccorso con capacità di immersione in spazi ristretti e in acque inquinate fino alla profondità di 60m, sono stati impegnati in attività SAR con l’ausilio di un poligono subacqueo simulante l’intero di un natante posato sul fondo. Reduci dall’esperienza sul relitto della Costa Concordia al Giglio e nella Torre di Controllo del porto di Genova i palombari della Marina hanno acquisito ormai un’esperienza nel settore di primissimo piano a livello internazionale accrescendo ulteriormente la grande considerazione di cui godono. I Marò del San Marco hanno avuto il compito di istituire un Posto Medico Avanzato (PMA) a ridosso del Molo Manfredi nel porto commerciale di Salerno dove sono giunti i primi feriti e le prime vittime degli eventi simulati.

Conclusioni

Considerate le caratteristiche geografiche italiane di cui sopra risulta indispensabile, nonché profondamente responsabile, porre in atto eventi come la TWIST. I benefici che apportano esercitazioni simili sono molteplici: perfezionamento delle capacità di coordinamento tra istituzioni ed enti profondamente diversi come compiti primari e organizzazione, confronto e scambio di tecniche, implementazione e sperimentazione di nuove metodologie di intervento. La partecipazione di team internazionali inoltre offre la possibilità di migliorare le sinergie nell’eventualità di operazioni congiunte in seno al meccanismo europeo di protezione civile. La Marina Militare anche in quest’ occasione ha dato dimostrazione di straordinaria flessibilità operativa e delle eccellenti potenzialità che è in grado di mettere in campo al servizio del paese. La bontà del progetto Cavour è più che mai evidente anche in operazioni di soccorso come quelle simulate nella TWIST in cui una moderna piattaforma navale dalle molteplici capacità, non solo prettamente militari, come la nostra portaerei è capace di esprimere rappresentando un modello di riferimento per unità similari a livello internazionale.

Sea Air Land desidera ringraziare per l’estrema disponibilità e gentilezza dimostrata il personale seguente: Ilaria Salvi e Juri Pittaluga, dell’ufficio stampa del Dipartimento della Protezione Civile; TV Antonio Dell’Anna, dell’ufficio stampa della Squadra Navale; STV Antonio Bonito della Capitaneria di Porto di Salerno.

 

About Giuliano Ranieri

Reporter \ Analista specializzato in Forze aeree, Forze navali, Operazioni Speciali e Open Source Intelligence. Ha preso parte a varie esercitazioni nazionali e internazionali con l'Aeronautica Militare, Marina Militare e NATO ed esposizioni di settore. Ha svolto attività di volo su KC-767A, HH-212, TH-500B ed è stato imbarcato sul sottomarino Scirè (S 527), ITS Anteo (A 5309), ITS Cavour (C 550) e ITS Tremiti (A 5348). Inoltre ha realizzato reportage a bordo delle portaerei USS Enterprise (CVN-65), Charles de Gaulle (R 91) e USS Nimitz (CVN-68). È stato citato in qualità di esperto di tecnologie militari sul Corriere della Sera, Business Insider Military & Defense, Formiche.net. Vive a Praga (Repubblica Ceca). Contributing writer / Analyst specialized in Air Forces, Naval Forces, Special Operations and Open Source Intelligence. He took part in various activities such as national and international Armed Forces exercises with Italian Air Force, Italian Navy and defence exhibitions. He flew on KC-767A, HH-212, TH-500B and was embarked aboard Submarine Scirè (S 527), ITS Anteo (A 5309), ITS Cavour (C 550) and ITS Tremiti (A 5348) Wrote report aboard aircraft carriers USS Enterprise (CVN-65), Charles de Gaulle (R 91) and USS Nimitz (CVN-68). He was quoted as an expert in military technology on Corriere della Sera, Business Insider Military & Defence, Formiche.net. He lives in Prague (Czech Republic)

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